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Vicolo cieco, quando la coppia scoppia (o quasi)

 

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Il mio matrimonio non ha avuto un inizio semplice. La differenza di mentalità e di aspettative hanno prodotto per lungo tempo momenti di tensione, delusione e quindi stanchezza. Diverse volte siamo stati sul punto di separarci.

Dopo qualche tempo mio marito mi propose di andare da un consulente matrimoniale, ma non la considerai una cosa necessaria. Ma dopo l’ennesima discussione io stessa mi rivolsi ad un centro per le relazioni famigliari in cerca di aiuto. In questo video voglio raccontarvi di questa esperienza.

Cosa fare quando una relazione finisce in un vicolo cieco? Quando tutte le discussioni finiscono con un nulla di fatto? Non si trova soluzione ai problemi e si perde solo tanto tempo ed energia. Ognuno vuole essere ascoltato, avere ragione e imporre la propria opinione e decisione.

Incomprensione, egoismo e litigi sono la terza ragione per importanza, dopo povertà e tradimenti, per la quale i russi divorziano. Per gli italiani invece le incomprensioni e problemi di comunicazione sono la prima ragione di divorzio. Nonostante questo, gli italiani divorziano meno: 40% contro 65% dei russi.

Quando due persone non trovano dei punti di contatto allora si isolano e si tuffano nelle loro faccende. Questo porta ad un allontanamento graduale sia nell’ambito delle emozioni che nell’ambito delle relazioni intime.

Perché accade? Per quanto ne so io, gli uomini italiani fanno fatica a sposarsi ma quando si decidono lo fanno con l’intenzione che sia per sempre e quindi cercano di evitare il divorzio.

Nonostante l’approccio molto serio degli italiani verso la costruzione di una famiglia non sono al sicuro dalla rottura della relazione. Però diversamente dalle coppie russe per le quali il divorzio è una operazione davvero semplice, gli italiani hanno diversi fattori contrari e quindi, prima di divorziare, ci pensano dieci volte.

Quando si hanno dei seri problemi di coppia è il momento di chiedere aiuto a un esperto. C’è chi si rivolge ad un sacerdote, altri più pragmatici si rivolgono a un consulente famigliare professionista, in genere uno psicologo.

I consulenti familiari in Italia e in Europa sono piuttosto diffusi. In certi casi vengono erogati gratuitamente da Centri per la Famiglia. Nel mio caso mi hanno fissato 15 incontri con una psicologa e ho versato solo una caparra di 30€ che viene rimborsata nel caso in cui la coppia abbia frequentato tutte le sedute e invece trattengono nel caso in cui la coppia abbia saltato degli incontri senza preavviso.

Dopo alcuni incontri ho capito una cosa: il consulente familiare non è un giudice che attribuisce responsabilità e colpe, il suo compito è molto diverso.

Nella mia storia, mio marito e io siamo arrivati al punto in cui ciò che lui diceva era filtrato attraverso il filtro delle mie aspettative e immaginazione e viceversa. In questo modo era impossibile capirsi e il rapporto era diventato sterile mancando completamente di condivisione.

A causa di queste incomprensioni ognuno di noi si concentrava solo sulle cose negative e sulle offese precedenti.

Se vogliamo credere alle statistiche, moltissime coppie hanno problemi del genere. All’inizio della relazione ci si comprende senza neanche parlare. Si è innamorati e non ci si aspetta nulla di cattivo da parte del partner, non si fa attenzione agli aspetti negativi, sentiamo solo ciò che ci fa piacere e giustifichiamo tutto.

Ma con il tempo, cominciamo a vedere il nostro partner così com’è, compresi i difetti. L’immagine idilliaca che abbiamo di lui si incrina e così iniziamo a criticarlo per ogni piccola cosa.

In questo modo si arriva al momento in cui ognuno sente e ricorda solo le cose negative.

Ad esempio, per la mia sensibilità, la cosa peggiore sono le brutte parole che a volte ci si dice quando si è arrabbiati. Si dice che si può uccidere con una parola e questo è sicuramente il mio caso, mi sentivo profondamente offesa dalle parole di mio marito.

Ognuno di noi ha il suo tempo per metabolizzare i momenti di discussione: qualcuno riesce a farlo velocemente e andare rapidamente oltre mentre altri sono più vulnerabili e ne soffrono maggiormente, arrivando a non dimenticare mai nessuna offesa, piccola o grande che sia. Quest’ultimo è il mio caso.

Non posso provare alcun sentimento verso qualcuno se ritengo che in qualche occasione le sue parole mi abbiano offeso.

Dunque, come superare queste ferite del mio ego così profonde? Ci vuole un aiuto esterno alla coppia. E qui entra in gioco la nostra psicologa, consulente di coppia, che ha ascoltato sia me che mio marito. Ascoltarsi è una cosa importante che una coppia con problemi non riesce più a fare.

Invece con un’esperta vi aiuterà a farvi ascoltare dal partner e ad ascoltarlo. Sarete liberi di parlare.

Un altro aspetto importante è che quando vi rivolgete ad un consulente di coppia significa che tenete al partner e che siete disposti a mettervi in gioco, a migliorare. Anche perché spesso questa è l’ultima possibilità di salvare la vostra famiglia.

Il mio caso era abbastanza anomalo perché non sono italiana, quindi la nostra è una coppia mista, e la mia mentalità, la mia esperienza, l’educazione, i miei valori, il mio modo di interagire e di interpretare le informazioni è diverso rispetto a quello di mio marito. Per la nostra psicologa questo era un problema aggiuntivo.

Il consiglio più importante che secondo me ci ha dato è quello di imparare a decodificare quello che è stato detto dal vostro partner. Ad esempio, se il vostro partner vi dice qualcosa che considerate spiacevole invece di fare subito conclusioni sbagliate e di offendersi bisogna domandargli cosa vuole dire. Scoprirete che in genere il vostro partner non ha nessuna intenzione di offendervi, ma si esprime in maniera diversa da voi.

A pensarci bene lo stesso meccanismo di incomprensione esiste anche con donne del vostro paese, ma con una straniera è aggravato dall’incapacità di tradurre correttamente “l’intenzione” dietro le parole del vostro partner. E viceversa.

Ad esempio, nella nostra cultura quando un uomo dice delle cose carine ad una donna possiamo rispondere: “Sei ubriaco?” Perché da noi una persona ubriaca dice quello che veramente prova, quindi significa: “Davvero”?

Invece per voi è una frase offensiva, perché vi sentite dare dell’ubriaco cioè qualcuno che non sa quello che dice. Esattamente il contrario.

Sapete cosa ha colpito di più la psicologa nella nostra mentalità russa? Convinzione in quello che:

1. Una famiglia può esistere anche se la donna non ama l’uomo. Da noi le valori di una famiglia sono rispetto, comprensione e fedeltà. L’amore si mostra prevalentemente nel prendersi cura del proprio partner.

2. Si può non essere gelose del partner. I russi sono tanto gelosi quanto gli italiani, soprattutto se c’è il motivo. Però la gelosia è considerata come una cosa negativa e si crede che una persona che è gelosa non sia sicura di sé stessa.

Secondo me se un uomo non ti dà nessun motivo per soffrire dalla gelosia questo è il vantaggio per costruire le relazioni sane.

La passione e la gelosia possono essere presenti nelle relazioni fino aa certo punto, ma comunque noi donne preferiamo le relazioni stabili, tranquilli, sicuri con un uomo affidabile.

Cari uomini, vi auguro di avere le relazioni forti con una donna che è pronta a cambiare sé stessa per voi. È se è necessario non rinunciate all’aiuto di un esperto perché vi può costare decine di anni felici insieme.

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